Signora Luna

Vincenzo Sulprizio, dopo anni passati a lavorare per grandi aziende multinazionali nel mondo del Marketing e delle Pubbliche Relazioni decide, qualche anno fa, di ritornare nel suo amato Abruzzo per dedicarsi alla sua passione più grande: il vino.

Pur lavorando in diversi posti sia in Italia che all’estero, è sempre tornato per la vendemmia e ha praticamente vinificato negli ultimi 25 anni, ma sempre per conto proprio.

Dice di lui: “Mio nonno e mio padre mi hanno insegnato che il vino si può fare solo in una maniera e cioè rispettando la natura e i suoi cicli, e accompagnando l’uva dolcemente nel suo divenire vino, senza forzature e utilizzo di prodotti chimici. Ora si chiama vino naturale, ma per me si è sempre e solo chiamato vino ed è l’unico modo in cui so farlo”.

Signora Luna nasce da queste esperienze, e da quanto imparato dalle tradizioni tramandate. Il nome deriva dall’attenzione e il rispetto dei cicli lunari che vengono sempre rispettati sia in vigna che in cantina.

Le etichette dei  vini di Signora Luna rappresentano le opere di Alessandro D’Aquila che esprime il suo estro creativo rielaborando in digitale immagini e aggiungendo il testo in Braille. Vincenzo e Alessandro, amici da tempo,  sono stati convinti fin dall’inizio che queste opere potessero rappresentare anche il mondo del vino in quanto non servono solo gli occhi per capirlo e apprezzarlo, ma bisogna utilizzare tutti i sensi.

Vini “da bere ad occhi chiusi” 

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